Nero Come Il Cuore by Giancarlo de Cataldo; Angelo Busacchini

Nero Come Il Cuore by Giancarlo de Cataldo; Angelo Busacchini

autore:Giancarlo de Cataldo; Angelo Busacchini
La lingua: it
Format: mobi
ISBN: 9788861235861
editore: Edizioni BD
pubblicato: 1989-01-01T23:00:00+00:00


Vincenza mi scoccò un’occhiata affettuosa.

- Povero avvocato, mettersi contro certa gente…

- Che gente ?

- Il marchese, le suore… quella povera ragazza non aveva speranze! Cosf va il mondo! Pensi che c’è una bravissima figlia, qui al 351, si chiama Caterina, grande lavoratrice, avvoca’… Be’, state a sentire cosa le capita.

Cosi Vincenza aveva sbirciato sullo schermo del Pc, che avevo abbandonato in fretta e furia dopo la visita di Giovanna. Giovanna! Mentre Vincenza, con il suo fare insinuante, prendeva a decantare le qualità dell’ennesima aspirante signora Bruio, provai a chiamarla. Segreteria telefonica. E io che non le avevo nemmeno chiesto il numero del cellulare.

A proposito di cellulare, persi un mucchio di tempo per ritrovare il mio, finito, chissà come, dietro la spalliera del letto. La batteria, ovviamente, aveva tirato le cuoia. Vincenza parlava, parlava. Parlò per tutto il tempo della doccia e della rasatura, stava ancora parlando della sua protetta («Quella vi sposa anche se non tenete una lira, dottore ! ») quando riuscii finalmente a congedarmi con un buffetto affettuoso. Mi concessi una rapida colazione da Franco lo Zozzone, e dal suo telefono a scheda chiamai il commissariato. Dal rispetto con cui ne parlavano, compresi che Del Colle doveva godere di notevole considerazione, nel suo ambiente.

Comunque, il commissario era fuori per servizio, e quando si offrirono di mettermi in comunicazione con Castello, mi affrettai a troncare la conversazione. Non avevo nessuna voglia di sorbirmi il suo prevedibile sarcasmo. Oltretutto, dall’altra parte del filo qualcuno .canticchiava «e ti chiamerò I trottolino amoroso» mentre il juke-box di Franco, governato da una coppia di adolescenti accannati, vomitava un ingiurioso rap di

no

Eminem. Il contrasto delle fonti sonore non poteva essere pili evidente e sgradevole. Franco era un po’ irritato con me. Erano settimane che non facevo colazione nel suo bar, e, quel che è peggio, si era venuto a sapere che da oltre un mese rincasavo da solo.

- Non è che me stai a diventa’ frocio, eh ?

-¦ Non ci ho mai pensato, Franco, ma grazie per il suggerimento. Potrebbe essere una soluzione.

- Nun di’ cazzate. A te te serve solo ‘na brava ragazza.

E due. Subodorando congiure di quartiere, me la detti a gambe alla velocità della luce.

A Palazzo di giustizia si respirava aria di smobilitazione. Ancora pochi giorni e le ferie avrebbero decretato il pressoché completo black-out. La polvere danzava già indisturbata ai raggi del sole che penetravano dalle spesse vetrate delle finestre blindate per ragioni di sicurezza. Tutto sapeva di oscurità e di muffa. Rade pattuglie di colleghi si aggiravano per i corridoi dribblando i divieti di fumo sotto lo sguardo indifferente di commessi fumatori. Un gruppo di machos del Ros sghignazzava alla notizia del giorno: due poliziotte, una mora e una bionda, in servizio da pochi mesi, erano state beccate a fare marchette in un elegante albergo alle spalle di piazza Cavour. Le sventurate si erano difese allegando imprecisate ragioni di servizio e avevano passato la notte a Rebibbia femminile.

La sesta Sezione penale al gran completo - presidente, due giudici a



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